martedì 23 febbraio 2010

AZZURRO: L'Aquila, una città morta nonostante la propaganda Berlusconiana.

AZZURRO: L'Aquila, una città morta nonostante la propaganda Berlusconiana.

Direi sfacciatamente pretestuoso solo per dir male di Berluscon e del suo dedicarsi - con successo - agli sventurati aquilani.
Una cità morta? Perché, prima era viva? Cos'è, una barzelletta? Non fa ridere!

martedì 5 gennaio 2010

Azzurro: Feltri la vera anima del Pdl.

Ottimo Feltri! Suonagliele a quell'imbonitore di Montecitorio.

sabato 2 gennaio 2010

365 albe 364 tramonti: Un paese di piccoli Berlusconi#links

Ma non è possibile, non state parlando di democrazia, chissà a chekazzo vi state riferendo. La democrazia, egeregi amici, non è un prodotto garantito ad impossibilia, la democrazia è come il melone, può uscire bianca e può uscire rossa. La gente intelligente quando scopre che è bianca la cambia subito (riforme) e spera che il nuovo sia migliore del vecchio. Molte democrazie sono state costrette a riformarsi, ma senza piagnistei e senza rotture di coglioni.
Non c'è alba che non abbia il suo tramonto, sarebbe troppo comodo fermarsi a piacimento. Eziandio la 365° alba avrà il suo tramonto: checché.

venerdì 18 dicembre 2009

Azzurro: Copenaghen : Gelate le speranze di impedire il surriscaldamento del pianeta.

Azzurro: Copenaghen : Gelate le speranze di impedire il surriscaldamento del pianeta.

Sarebbe stato miracoloso se la Cina, in fase espansiva dal suo antico servaggio, avesse ceduto alle pretese degli occidentali. Che si riduca pure la quantità di CO2, ma non a spese della Cina. Come se la Cina facesse parte di un altro Pianeta: che stupidi demagoghi.
CF

sabato 12 dicembre 2009

Azzurro: Le palle di Berlusconi e quelle degli Italiani.

Azzurro: Le palle di Berlusconi e quelle degli Italiani.

QUANDO LA DEMAGOGIA CONTAMINA LA DEMOCRAZIA
In tempi più seri della storia d’Italia, una faccenda come quella dello Spatuzza e dei fratelli Graviano, avrebbe certamente travolto il governo e le Istituzione in una vergognosa debacle.
È inconcepibile che l’attuale presidente del Consiglio e il suo sodale Marcello Dell’Utri, siano accusati di associazione esterna alla mafia e, addirittura, di essere stati gli strateghi che hanno programmato le stragi di Capaci, di via D’Amelio e quella dei Georgofili del 26 e 27 maggio 1993.
All’epoca l’attentato venne attribuito alla ferocia di Totò Riina, capo indiscusso del clan dei Corleonesi. Dopo sedici anni scopriamo, mercé la delazione SOFFERTA del pentito, SIGNOR Gaspare Spatuzza (una cinquantina di assassinii e un ragazzino di undici anni sciolto nell’acido per una vendetta trasversale, e ne parliamo con un distacco che disonora la pietà umana, siamo all’indifferenza più immorale e trattiamo questo aguzzino da Dachau, da Auschwitz, come un nostro pari, con la dovuta amabile cortesia.), che la mafia di Totò Riina era agli ordini di Berlusconi e del suo colonnello Marcello Dell’Utri. Una bomba atomica l’aveva definita Gianfranco Fini qualche ora prima (in una confidenza allegrotta ed estemporanea fatta in un fuori onda senza avvedersene) che lo Spatuzza, il delatore – datosi agli studiamenti teologici, baciato dalla Provvidenza manzoniana – spiattellasse con grande contrizione la direzione attiva dei due personaggi, Berlusconi e Dell’Utri, nelle stragi di mafia di quegli anni di sangue.
D'altronde c’è poco da meravigliarsi, quando i giudici, quelli soliti, VIOLANTI, dovevano far piazza pulita per garantire il potere agli amici di partito, non esitavano nemmeno con Andreotti che doveva per forza aver baciato sulla bocca Totò Riina in uno scambio affettuoso di bacilli mafiosi che dalla saliva scendevano direttamente al cuore. Dieci anni di via crucis per Andreotti (figura emblematica della nostra democrazia antifascista) cotto a fuoco lento dagli accusatori palermitani. Incredibile, il mondo della politica, quello da dove le istituzioni democratiche attingono i rappresentanti del potere esecutivo e legislativo, con le procedure della democrazia svolte in tutte le sequenze che la legittimano, da sedici anni è stato vituperato ed umiliato, e conculcato dall’ordine giudiziario che si è arrogato il compito di instaurare una certa scelta etica (rivoluzionaria e giacobina) di sinistra che restituisse alle fazioni dei comunisti disarcionati (come Achille Occhetto) quel potere che il popolo ha loro negato per incapacità e cultura sovietica. A fortiori doveva seguire il peggio. La situazione è questa, l’accusa di boss (capo della Cupola) della mafia a carico di Berlusconi (ma non è più un’associazione esterna, è una direzione vera e propria?) è un oltraggio bruciante che le prefiche lagnose della Costituzione conculcata praticano con grande nonchalance assumendo che la Costituzione è violata proprio perché Berlusconi la mina alla base con la sua ambizione ad personam trascinando le istituzioni nel dispotismo della tirannia: contro il tiranno anche il delitto è legittimo. Così fece Bruto per impedire al suo padrino, Cesare, d’assoggettare la Repubblica. Così parla Di Pietro che paventa (ma auspica) moti di piazza contro il tiranno. Questa del “regime” è la solita invocazione de “al lupo! al lupo!” che allerta gli incauti del pericolo che ci sovrasta. Nel moralismo predicato in tutte le ore del giorno e della sera, non si stancano mai di richiamare le leggi ad personam che il presidente del Consiglio chiede al Parlamento perché lo tutelino dalla pervicacia persecutoria di quella magistratura che battaglia (da decenni) la sua ultima pugna prima di essere posta in quiescenza.

venerdì 9 ottobre 2009

Azzurro: Berlusconi, In Italia il Lodo , sulla stampa estera le lodi.

Azzurro: Berlusconi, In Italia il Lodo , sulla stampa estera le lodi.

Naturalmente è uno sfottò di chi loda il lodo sul lodo.
Ma è la solita minestra che da qualche decennio ci viene somministrata come "ribollita" toscana ( Zuppa a base di fagioli, cavolo nero, cipolla e altre verdure, lasciata riposare per qualche ora dopo la prima cottura e poi di nuovo bollita prima di servirla) ed è invece una schifezza che fa vomitare.
I cuochi? sempre gli stessi. Chefs di terz'ordine che si passano la "comanda" senza mai controllare gli ingredienti.

Possibile che questa sia la POLITICA? Cioè quella teorizzata da Aristotele e dopo 2300 anni dal nostro grande Machiavelli?
Che potere sarebbe quello che non fosse in grado di garantire la libertà dello stesso "Principe"? Un "Legibus solutus" come Re Sole?
Non è necessario conoscere il "De principatibus" per convincersi che le ragioni della politica sono le uniche che il "Principe" deve osservare se vuol governare e non farsi bello con la corte degli adulatori che si sprecano.

Smettetela di romperci l'anima con le vostre giaculatorie in inglese, francese, tedesco o franceschiniane, la democrazia è potere del popolo, nessun altro potere è legittimato a caducarlo.
Convincetevene. Sarà meglio per tutti.
Celestino Ferraro